ECONOMIA CIRCOLARE: I TREND E LE PROSPETTIVE FUTURE NELL’ATTUALE CONTESTO GEOPOLITICO

di Marco Merlo Campioni, CEO di save NRG

L’economia circolare punta a cambiare il nostro sviluppo, per garantire un futuro più sostenibile: la rivoluzione è partita anche nell’UE, sulla spinta del Green Deal. Quali scenari per l’economia circolare in Europa?

Sovvertire le regole per regalare un futuro migliore al nostro pianeta. Il termine economia circolare parte dai nostri sistemi e prova a modificare i processi industriali e le attività economiche, consentendo alle risorse utilizzate in tali processi e attività di mantenere il loro valore il più a lungo possibile.

Un concetto particolarmente rilevante in questo periodo storico, tra innovazioni tecnologiche e tensioni politiche a livello europeo e internazionale.

L’economia europea ha prodotto una ricchezza senza precedenti nel corso dell’ultimo secolo. Parte del successo è attribuibile ai continui miglioramenti nella produttività delle risorse, che allo stesso tempo rimangono enormemente sottovalutate come fonte di ricchezza, competitività e rinnovamento.

Tuttavia, i risultati dei modelli di equilibrio e gli studi sul lavoro suggeriscono che l’economia circolare possa produrre risultati migliori in termini di benessere, PIL e occupazione rispetto all’attuale percorso di sviluppo. Tale modello si basa sulle 4R: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare, Recuperare.

Questo approccio non solo potrebbe portare all’Europa benefici ambientali e sociali, ma potrebbe generare un beneficio economico netto di 1.800 miliardi di euro entro il 2030.

Da un punto di vista ambientale la circular economy ci può aiutare ad affrontare le sfide globali, dalla perdita di biodiversità al cambiamento climatico sino ad arrivare alla gestione dei rifiuti. In quest’ottica l’utilizzo dei dati e di parametri chiari è fondamentale per misurare l’efficacia delle nostre azioni e pianificare quelle future.

I dati possono, infatti, aiutarci a realizzare algoritmi in grado di prevedere determinati fenomeni e supportare le amministrazioni e le aziende nell’attuare le misure necessarie per aumentare la circolarità. Applicare questo tipo di modello consente, ad esempio, di prevedere quale sarà il fabbisogno idrico di una città, il consumo energetico di un impianto o, ancora, quando un macchinario si romperà.

In questo contesto la Commissione europea sta portando avanti una serie di iniziative sui dati che includono anche la realizzazione di sistemi armonizzati per l’industria, il monitoraggio e la gestione delle informazioni sulle sostanze pericolose, la diffusione di dati armonizzati sulle concentrazioni di microplastiche nell’acqua di mare.

Dalla pubblicazione del piano d’azione dell’Unione Europea per l’economia circolare nel 2015, questo paradigma di sostenibilità è diventato una forza trainante delle politiche ambientali ed economiche della Commissione Junker, in carica all’epoca.

Nel marzo 2020 la Commissione europea ha proposto un nuovo piano d’azione per l’economia circolare, poi approvato a febbraio 2021 in linea con il Green Deal, ovvero la tabella di marcia verso la circular economy.

L’Unione Europea ha adottato un approccio particolare alla circolarità, con grandi aspettative: aumentare la competitività, promuovere la crescita economica e creare posti di lavoro, riducendo al contempo gli impatti ambientali e la dipendenza dalle risorse.

Al netto dello sforzo europeo per riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati, esistono poi eventi storici che stravolgono le cose rispetto ai piani: è stato il caso della pandemia e, non ultimo, l’attuale contesto geopolitico.

Le tensioni internazionali hanno portato a un esponenziale aumento dei prezzi delle materie prime e una conseguente difficoltà nell’approvvigionamento: le stesse materie prime che in un modello circolare avrebbero un impatto totalmente diverso anche dal punto di vista economico.

Questa situazione ha reso ancora più evidente la nostra fragilità dal punto di vista energetico e, di conseguenza, la necessità di puntare sulle fonti rinnovabili per sottrarsi dalla dipendenza energetica e accelerare, ancora di più, la transizione verso un modello sostenibile e circolare.