Adriano Gerardelli, responsabile Financial Services di Minsait in Italia
Nella digitalizzazione dei mezzi di pagamento, la chiave sono gli utenti. Loro sono la principale forza trainante dell’abbandono del contante, con evidenti vantaggi in termini di sicurezza e lotta contro il crimine e l’evasione fiscale.
Secondo l’11° Rapporto sulle Tendenze dei Mezzi di Pagamento di Minsait Payments (la business unit di Minsait specializzata in sistemi di pagamento), l’Italia è il paese europeo maggiormente propenso ad abbandonare il cash: il 54,2% dei clienti bancari in Italia smetterebbe di usare il contante se potesse effettuare tutti i pagamenti con un mezzo di pagamento alternativo.
Tuttavia, molti settori non stanno rispondendo adeguatamente a questa volontà. In molti ambiti della nostra economia, il contante è ancora predominante e le forme alternative di pagamento sono ancora limitate. L’Italia è infatti, insieme alla Spagna, tra i paesi con la più alta percentuale di restrizioni all’uso di metodi di pagamento alternativi al contante nei piccoli negozi, bar e ristoranti. Inoltre, ci sono anche alte percentuali di persone che hanno dovuto pagare in contanti per servizi pubblici come i trasporti (27,5%) o per transazioni con la pubblica amministrazione come tasse, multe e imposte (12,8%).
Questo quadro si contrappone alla tendenza attuale riportata nel rapporto Minsait, che mostra come in Italia la coesistenza tra i diversi mezzi di pagamento sia iniziata nel 2020. In questo contesto, le carte mantengono la loro predominanza – le carte di debito, di credito e prepagate sono ancora il mezzo di pagamento preferito dal 53% degli italiani – mentre la percentuale di popolazione che utilizza metodi di pagamento digitali alternativi continua ad aumentare, soprattutto tramite smartphone.
In quest’ottica, il rapporto Minsait mostra che il 10,1% degli italiani sceglie i “wallet” come sistema di pagamento preferito, spinto dall’aumento dell’uso degli smartphone per trasferimenti, pagamenti nei negozi fisici e acquisti online. Lo smartphone diventerà, infatti, il portafoglio, lo strumento di pagamento e il principale canale attraverso il quale verranno effettuati gli acquisti nei prossimi anni.
Così, nonostante la resistenza di alcuni settori della nostra economia, nei prossimi anni assisteremo allo sviluppo esponenziale di mezzi di pagamento alternativi come i “wallet” dei grandi operatori di telefonia, le super app asiatiche, il cosiddetto mobile-money nei paesi emergenti senza infrastrutture di pagamento, i pagamenti tramite QR, la biometria o la tecnologia RFID. Un’evoluzione naturale verso un modello ibrido e contestuale, che permetterà ai clienti di fare uso di tutte le forme di pagamento conosciute, scegliendo dispositivi e mezzi di pagamento in esperienze sia fisiche che digitali.
La digitalizzazione di questi sistemi ha anche indubbi vantaggi in termini di data intelligence, in quanto le aziende e le istituzioni avranno accesso a nuove fonti di informazione che si tradurranno in un’esperienza sempre più personalizzata a seconda dei segmenti di clientela. In effetti, non poche aziende stanno già cercando di aggiungere valore alle loro proposte attraverso gli analytics, il clustering e l’aggregazione, fornendo ai propri clienti strumenti per un processo decisionale agile e veloce basato sui dati e sulle specifiche esigenze.
Molti utenti stanno già chiedendo questi servizi. Per rispondere a questa nuova domanda di mezzi di pagamento digitali e alternativi al contante, le nostre aziende e istituzioni dovrebbero porre gli utenti al centro della loro strategia, integrando nuovi modelli digitali nella propria proposta di valore. Dal livello di impegno nella digitalizzazione dei pagamenti dipenderà la crescita e lo sviluppo complessivo di settori chiave per la nostra economia.